Ed aiutano praticamente le parti in disaccordo ad “ascoltarsi” vicendevolmente , a ridurre i fraintesi causati dal disaccordo, a valorizzare e quantificare gli eventuali aspetti di possibile accordo ed a trovare soluzioni, evitando che il disaccordo interferisca irreversibilmente con la negoziazione o con la possibilità di un accordo condiviso.
I mediatori facilitano quindi, la negoziazione e la discussione fra le parti e si attivano ovunque sorgano “impasse” ad un accordo, fornendo suggerimenti, incoraggiamento e lavorando in stretta collaborazione con le parti.
Il mediatore culturale diventa così, a tutti gli effetti, un ponte tra culture differenti ed approcci differenti al business ed alla trattativa. Questa figura professionale recentemente ha assunto rilevanza strategica anche nell’inserimento di cittadini stranieri nel paese di accoglienza, esercitando la funzione di tramite tra i bisogni di chi entra nel paese e le risposte disponibili offerte dai servizi pubblici.
Il mediatore agisce come facilitatore neutrale e guida le parti attraverso un processo di mediazione, non solo per favorire la transizione da una cultura all’altra, ma per armonizzare positivamente le reciproche differenze.